mercoledì 23 giugno 2010

Ubuntu 10.04 netbook edition

Oggi è venuto da me un carissimo amico che, da non molto tempo, ha acquistato un netbook samsung N130 con un sistema operativo proprietario preinstallato; e dato che era molto infastidito per l'eccessiva lentezza, mi ha chiesto se potevo installargli Ubuntu;
Ovviamente ho scelto Ubuntu 10.04 Netbook edition. (http://www.ubuntu.com/netbook);



Ho scaricato sulla scrivania la iso di Ubuntu 10.04 netbook edition (i-386); poi ho collegato la mia chiavetta usb al pc (8G) e sono andato nel menu sistema (pannello superiore di Ubuntu)/amministrazione/creatore di dischi di avvio:



Prima ho evidenziato la mia pendrive Usb (Luigi 8G) e poi ho cliccato su Altro.


ho caricato la iso di Ubuntu 10.04 e ho cliccato su crea disco di avvio;



Ho atteso che l'installazione terminasse (ha impiegato circa un minuto!).



Terminata l'installazione, ho tolto la pendrive dal mio pc e l'ho inserita nell'apposita porta del netbook del mio amico;

Ho riavviato il netbook e sono entrato nel bios (F2); da qui ho dato la priorità al disco rimovibile, al boot, rispetto all'hard disk

ho riavviato il pc; quando è comparsa la schermata di Ubuntu, ho scelto di provarlo (senza installarlo); appurato che tutto funionava, dalla scrivania ho fatto doppio clic sull'icona "installa ora"

Da qui in poi come di consueto:





(Il mio amico ha voluto che destinassi ad Ubuntu l'intero disco).


Praticamente Ubuntu ha riconosciuto tutto le periferiche, compreso la scheda Wireless. Sin da subito Ubuntu si è lasciato apprezzare per la sua velocità nelle operazioni.

PS. stasera ho cercato in tutti i modi di essere serio; l'articolo l'ho scritto all'una e l'ho pubblicato all'una venti di stamattina; l'ho riletto verso le quattro ed ho avuto, per un attimo, una crisi d'identità; mi sono detto "ma questo non sono io!"; perciò aggiungo ora (alle 04.30) queste quattro righe; cose che non devo inventare, dato che sono accadute veramente.
Poteva essere il mese di Marzo e mi trovavo su uno scoglio in riva al mare a riflettere, a meditare; ad un tratto avverto una presenza vicino a me che prima, forse perchè assorto dai miei pensieri, non avevo notato; alzai la testa e chiesi:
- Posso esserle utile?
-E come?
-Non so, forse le serve qualcosa?
-No, niente, grazie!
-E allora perchè se ne sta li impalato ad osservarmi?
-Perchè non la posso osservare?
-No, no, faccia pure, ma sa, mi sento un tantino a disagio; io stavo riflettendo!
-Bene! Cercai di concentrarmi e ricominciare a riflettere; ma niente, quella presenza mi disturbava terribilmente!
- ad un tratto il signore (era un signore sulla cinquantina) si tolse una scarpa e me la tirò, con forza, in testa.
- Un dolore atroce! Ma cosa combini? Ma si rende conto di quello che ha fatto?
-No! rispose; volevo solo verificare se lei ha la testa dura! E se ne andò!
- Rimasi così interdetto che non ebbi nè la forza nè la voglia di reagire! Dopo un pò iniziai a ridere forte, tanto che la gente che passeggiava sul lungomare sicuramente avrà pensato: "Ma chi è quel pazzo laggiù sullo scoglio e cosa avrà da ridere"?"

Alla luce di questo fatto mi chiedo: "Chi è il pazzo tra me e il signore che mi ha tirato la scarpa in testa? Secondo la gente che mi ha sentito ridere, probabilmente io".

Ciao! :-D

4 commenti:

  1. Ma oggi giorno chi può dire cosa è normale e cosa non lo è?

    Il tizio che hai incontrato non ha fatto nulla di particolare se non lasciare una traccia indelebile nei tuoi ricordi e donarti un momento di felicità :D

    PS: ottimo post come sempre ;)

    RispondiElimina
  2. Complimenti... soprattutto per la parte filosofica =) mi sa che potrei raccontarla a qualcuno ;)

    RispondiElimina
  3. Grazie Emanuele; ma la cosa che mi fa più piacere è che hai colto il messaggio che ho voluto trasmettere.
    ciao! A presto! :-)

    RispondiElimina