martedì 19 luglio 2011

Oggi vi racconto una storia.

Fernando Pessoa, poeta, uomo dedito al lavoro.

Una vita spesa per il lavoro.

Lavorare fu la sua parola d'ordine

Egli stesso dice, « Ho il dovere di chiudermi in casa e lavorare
quanto io possa e in tutto ciò che io posso, per il progresso
della civiltà e l'allargamento della conoscenza dell'umanità
»

Oggi Pessoa  è considerato uno dei maggiori poeti di lingua portoghese.

Eppure, a questo grande uomo, è mancato qualcosa nella vita.
.

Ofelia Queiroz, molto bella, diciannovenne, decide di cercare un lavoro.

Viene assunta in una piccola azienda.

Ed è qui che conosce Fernando.

I due si innamorano ed inizia così un lungo periodo fidanzamento che non culminerà mai nel matrimonio.

Fernando sa bene che  il matrimonio avrebbe finito per offuscare o quanto meno, sminuire, ridimensionare il suo lavoro per la letteratura.

Fernando sa bene che la dolce Ofelia, una volta diventata sua moglie, avrebbe preteso più attenzioni, sarebbe diventata la "cosa" più importante della sua vita; e tutto questo a scapito del suo lavoro per la letteratura.

E questo rischio, il matrimonio appunto, Fernando non volle mai correrlo.

Ma venne il giorno in cui Ofelia si stancò dello status di eterna fidanzata e, dopo 10 lunghi anni di fidanzamento, mollò fernando

Fernando non visse a lungo. Morì infatti a 47 anni per abuso di alcolici. Cirrosi epatica, si dice.

Negli ultimi giorni della sua esistenza, però, capisce, si rende conto della "cazzata" che aveva fatto.


Prende coscienza di essersi fatto sfuggire, di aver perso, di aver rifiutato il gioiello più prezioso della sua vita. Altro che letteratura!  La sua Ofelia.

Proprio Lei, Ofelia, la donna che lo aveva sempre amato, compreso, capito, giustificato, seguito.

Che cazzo può significare per un uomo il titolo, il lavoro, l'onore, il rispetto, la fama, la gloria, se poi la sera, nel letto, non  può dormire abbracciato con la donna della sua vita, con la donna che ama. 

Tutte le lettere d'amore

Tutte le lettere d'amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
ridicole.

Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore,
come le altre,
ridicole.

Le lettere d'amore, se c'è l'amore,
devono essere
ridicole.

Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d'amore
sono
ridicoli
.

Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d'amore
ridicole.

La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli
.

(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente
ridicole)
.


Poesia del grande Fernando Pessoa

6 commenti:

  1. La donna che chiami Ofelia all'inizio del post diventa Eufelia qualche riga dopo.
    Comunque, bel post!

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  2. Si, perchè si può scrivere in entrambi i modi. Comunque ho corretto. Grazie :)

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  3. Mi fai venire in mente la bellissima canzone di vecchioni che riprende questa triste e struggente storia, "le lettere d'amore".
    ....e capì tardi che dentro quel negozio di tabaccheria
    c'era più vita di quanta ce ne fosse in tutta la sua poesia
    e che invece di continuare a tormentarsi con un mondo assurdo
    basterebbe toccare il corpo di una donna
    rispondere a uno sguardo.....
    (da "le lettere d'amore" di Roberto Vecchioni"
    Bel post, davvero. :)

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  4. @ronin117
    Grazie! Comunque, conosco quella canzone. Vecchioni è un grande!!! :)

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  5. Ho avuto la fortuna di ascoltare Vecchioni in una esibizione live del suo spettacolo "musica d'autore", lui uno sgabello e la chitarra acustica.. Da brividi.. Bellissimo post che parla all'anima...

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  6. @Squittymouse
    bisognerebbe musicare la nostra esistenza. Avremmo bisogno di una colonna sonora per la nostra quotidianità, altrimenti rischiamo di perdere l'essenza della nostra vita :)

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